27 gennaio 2013

2013 27 Gen - Boca (NO): Memorial A.Carli

Data: 27/01/2013 
Lunghezza percorso: 6,500 Km

Il gruppo dirigente della SanBrocchese, analizzato il calendario dell’Ammazzainverno, decide di partecipare alla camminata di Boca, ambientata presso il noto santuario.
Ricordiamo ai nostri lettori che la SanBrocchese è una Fantomatica Associazione Podistica (F.A.P.) con sede a Grignasco, paese confinante con Boca, quindi la trasferta è breve e piacevole, trattandosi di soli 5 Km.
Il Presidente butta lì un’idea per dare un tocco di originalità all’evento: partire di corsa da Grignasco, arrivare a Boca, fare la gara e tornare indietro sempre di corsa.
Avremo a supporto anche un’ammiraglia, messa a disposizione dal campione provinciale MM40 Elvio Vinzio, sulla quale caricheremo il cambio dei vestiti all’andata, mentre al ritorno verrà usata per rimpatriare gli eventuali podisti scoppiati (trattasi di Opel Astra Station Wagon del 2002 color verde oliva, pezzo da collezione, vedasi foto).
Ammiraglia della F.A.P. SanBrocchese

L’idea è subito accettata da tutti con grande entusiasmo (!?)
L’orario di partenza, dopo giorni di calcoli e studi sulle medie di percorrenza fatti dal presidente in persona, viene fissato per le 8.40, in modo tale da arrivare alla partenza non troppo in anticipo e quindi:
1) evitare di stare per troppo tempo sudati sottozero;
2) sfruttare il riscaldamento effettuato
Ma, ovviamente, dobbiamo farci del male, quindi, al momento del ritrovo, contro ogni previsione, si parte con largo anticipo alle 8.30 dal sagrato della chiesa di San (B)Rocco a Grignasco alla volta di Boca…praticamente un pellegrinaggio.
Dopo 33 minuti a passo lento lento si arriva in loco alle ore 9.03
(Ricordiamo, per fare un pò i ganassa, che per giungere a Boca da Grignasco bisogna spararsi una salita abbastanza tosta di circa 4 Km, la mitica “Traversagna”, che consigliamo a tutti di fare a piedi ammirandone i famosi vigneti del Boca DOC, e anche, purtroppo, i rifiuti che i soliti idioti scaricano in mezzo ai boschi).
La giornata è gelida: sole pallido che non scalda, temperatura che non si schioda dallo zero (forse anche meno), umidità elevata: in pratica un freddo della Madonna, giusto per rimanere in tema religioso.
(comunque i partecipanti, nonostante la giornata rigida, saranno circa 400).
Vabbè, ci facciamo un bel caffè all’ottimo bar del santuario, qualche chiacchiera con gli amici che troviamo sul posto e intanto arriva l’orario della partenza, segnalato dalle campane in coincidenza con la messa delle 9.30.
Pronti, via e subito un bel salitone asfissiante che ci conduce nei boschi tra Boca e Cavallirio, in un paesaggio siberiano…sembra di correre dentro un congelatore!
Segue un lungo tratto di discesa-pianura, tutto in sterrato, con sporadiche placche di neve ghiacciata.
Il fondo è durissimo, fatto di terra surgelata con conficcate pietre aguzze ibernate dall’era glaciale.
Una vera “delizia” per le gambe! però il percorso è davvero bello, ampi sentieri puliti e ben segnalati.
Prima della partenza
Puntuali arrivano anche gli strappetti con pendenze al limite, dove non sai mai se è meglio correre o camminare (o forse era meglio stare a casa).
Giunge poi un bel tratto di falsopiano, dove, in altre occasioni, le nostre seppur scarse doti podistiche ci avrebbero fatto recuperare posizioni: ma oggi no, le gambe sono di piombo, siamo costretti a calare il passo, a rifiatare e a lasciar andare i nostri abituali compagni di corsa che ci fanno ciao ciao con la manina.
E noi piantati sulle gambe, soli in queste desolate lande polari, a combattere una battaglia persa in partenza contro l’acido lattico, che come un cilicio ci attanaglia i muscoli e la mente.
E poi ancora la strada si impenna e ancora si soffre e si pensa “ma chi c…o me l’ha fatto fare?”
Ma a meritato completamento della nostra odierna penitenza finalmente laggiù in basso rivediamo il santuario: non siamo mai stati così felici di vedere una chiesa come in questo momento!
L’arrivo è veramente cool: praticamente i corridori vengono catapultati giù dall’area picnic, dove è stato ricavato un percorso in stile cross, molto ripido.
Ci si immette poi sotto il colonnato del santuario, compiendone quasi un giro completo fino al traguardo.
Ottimo il ristoro - purtroppo all’aria aperta - molta roba da mangiare e bere, tutto freschissimo :-)
Qui vogliamo segnalare la pazienza e la bontà d’animo di una delle signore addette al servizio.
Infatti ci è capitato di assistere alla seguente scena: la signora serve il thè a un podista, e questo, antipaticamente, si lamenta del fatto che è troppo caldo, che doveva essere preparato prima e lasciato raffreddare.
Vorremmo dare a questo personaggio i seguenti consigli, che vogliono anche essere indicazioni di carattere generale per chi, pagando 2 euro, crede di aver diritto a fare il prepotente:
1) con una temperatura esterna sottozero il thè si raffredda in 1 minuto o forse meno;
2) esiste anche l’opzione della “soffiatura”, ovvero soffiarci sopra, praticamente bisogna fare pfhfffffff;
3) per avere il thè alla giusta temperatura si può sempre provare (pagando dai 20 euro in su) a partecipare a gare di livello superiore.
Comunque ci ristoriamo anche noi e ripartiamo in breve alla volta di Grignasco.
Un componente della nostra squadra, arrivato al traguardo ridotto come un bastoncino di pesce congelato di capitan Findus, viene caricato sull’ammiraglia e portato a casa in auto.
Il resto della squadra invece compie anche il viaggio di ritorno di corsa, arrivando a casa stanco ma felice e pronto per nuove (dis)avventure.
In men che non si dica veniamo riportati a una temperatura accettabile e ci fiondiamo nella vicina Borgosesia ad approvvigionarci della meritata razione gigante di fagiolata carnevalesca: oggi ce la siamo proprio meritata!
Che dire di più? questa di Boca per ambientazione, percorso e organizzazione è senza dubbio una delle migliori camminate della zona!
Se vi incuriosisce il tracciato di questa corsa lo trovate qui su google maps.

Davide Donà

7 gennaio 2013

ADIDAS SUPERNOVA GLIDE 4


La SanBrocchese ha testato per voi il modello di punta categoria A3 di ADIDAS!
Ecco la nostra recensione.


Serata di festeggiamenti vari e forse ho anche alzato un pò troppo il gomito.
Mi giro e ri-giro nel letto, ho caldo e la gola arsa, dormo di un sonno agitato e interrotto.
Provo ad alzarmi, penso che magari un bel bicchiere d’acqua fresca mi potrà fare del bene.
Mi dirigo verso la cucina, mani tese in avanti a mò di zombie per non picchiare la già dolente zucca da qualche parte.
Ma c’è luce in casa…cavolo, mi sono scordato di spegnere il computer!
Mentre tracanno a fatica un pò di H2O addizionata cloro sento la nota che avvisa l’arrivo di una mail sul PC.
Sono le tre di notte…chi c…o rompe a quest’ora? la curiosità mi spinge però a vedere chi scrive.
Non credo ai miei assonnati occhi: una mail dall’ADIDAS, oggetto “Lei è stato scelto per testare le SUPERNOVA GLIDE 4”
No, mi dico, è uno scherzo, che c’azzecca un brocco come me con il test delle scarpe?
Leggo la mail, e noto che in fondo una logica c’è, seppur perversa: in sintesi, dicono di avermi scelto per dimostrare quanto sono rivoluzionarie queste scarpe, addirittura affermano che io, pessimo corridore, potrei arrivare a vincere delle gare!
Ma dai, mi dico, questi tedeschi sono fuori di testa, a me per vincere le gare mi ci vorrebbe uno scooter! Sarà sicuramente uno scherzo!
Comunque nella mail c’è scritto che mi verranno consegnate a casa nei prossimi giorni e, se mi va, le dovrei provare e scriverci una recensione: firmato Herbert Hainer, amministratore delegato di ADIDAS.
Non ci credo molto ma vengo smentito clamorosamente: tempo 2 giorni e arriva il corriere espresso a farmi la consegna.
Lo apro ed eccole: color rosso fiammante, mi sale subito un desiderio irrefrenabile di calzarle.
Mi infilo l’abbigliamento running in quattro e quattr’otto, le metto ai piedi, allaccio le stringhe e avverto all’istante una specie di connessione peer to peer, come se il mio vecchio e stanco corpo di podista scarso stesse scaricando dalle scarpe una sorta di aggiornamento software…, un nuovo sistema operativo…strana sensazione, mi sento più potente, forte, imbattibile.
Esco di casa già correndo, con un balzo ghepardesco mi bevo gli 8 gradini che mi separano dal portone e faccio scattare il GPS: dopo 1 Km la mia media è già sui 3.30 min/Km
Al Km 2 sono già sui 3 al Km senza far fatica, è come se avessi un motore turbo ai piedi.
Circa un 200 metri avanti a me vedo la sagoma inconfondibile di Paul Finosso, mitico runner di livello internazionale che abita nel mio stesso paese.
Sta correndo le ripetute da 1000 metri, viaggiando a 2.45 al minuto.
Lo raggiungo in 5 secondi, lo affianco, lo saluto e lo stacco con una brusca accelerazione che mi porta a 2.30 al minuto, ritmo da primato mondiale.
Mi giro e vedo il Finosso che mi insulta, piangendo disperato, mentre si toglie le scarpe e me le lancia.
Accidenti, queste ADIDAS sono proprio una bomba!
Ora le voglio provare in salita e discesa.
Prendo una ripidissima strada tutta tornanti, pendenza media del 30% e incredibilmente la salgo a 3 al Km, mi sembra di avere ai piedi un 4x4!
Le ADIDAS ringhiano sull’asfalto e a ogni accelerazione è tanta la potenza sprigionata che sento l’odore acre della gomma bruciata delle suole e voltandomi indietro vedo le mie impronte fumanti che segnano il percorso.
Arrivo in cima senza fatica sorpassando in accelerazione un’Audi Q7 3.0 V6 TDI 233CV
Ora torno indietro, voglio provare le prestazioni in discesa.
In breve prendo una tale velocità che devo affrontare i tornanti su una gamba sola, con la rispettiva spalla che sfiora il terreno: praticamente viaggio di taglio sull’esterno della scarpa, sono un ibrido fra Valentino Rossi e Christian Ghedina.
La tenuta in curva delle SUPERNOVA GLIDE 4 è stupefacente!  vedo del ghiaccio in un tornante e mi ci tuffo dentro per sperimentarne il grip: addirittura il ghiaccio si scioglie e l’asfalto si asciuga prima che la scarpa tocchi terra, effetto phon!
Sorpasso senza appello un gruppo di Mountain Bikers lanciati in posizione aerodinamica: i poveretti mi osservano con aria sbalordita!
Torno a casa:  in 1 ora ho percorso 30 Km, per oggi può bastare.
Domani è domenica e voglio vedere cosa combino nella tappa del Ginocchio d’Oro che si disputa nella vicina Borgognocca.
Pronti, via, la gara di 10 Km non ha storia, arrivo vincendo per abissale distacco prima che gli organizzatori abbiano avuto il tempo di preparare l’area del traguardo.
Decido così di ripetere il percorso, fumandomi una nazionale senza filtro (accesa con la suola rovente delle mie SUPERNOVA GLIDE 4)  e mangiando un cannolo siciliano da mezzo chilo e 3000 calorie, giusto per umiliare i Top Runners per i quali tante volte ho fatto da comprimario in tutti questi anni: i fratelli Vampiretti, Salam Pykkant, Matteo Raitondi, Piersilvio Gambotta.
Li ritrovo infatti a metà percorso, li doppio e sento le loro imprecazioni e urla di rabbia mentre mi tirano addosso i loro costosissimi Garmin.
Arrivo a braccia alzate facendo la ruota dopo aver eseguito un triplo salto mortale carpiato con avvitamento, tra due ali di folla osannante, Fantastico!
Salgo sul podio della premiazione: la FIDAL e il CONI avvisati che ho corso battendo il record del mondo dei 10.000 metri, danno disposizione di suonare l’inno nazionale in mio onore.
Parte l’inno…ma è strano, non è l’inno di Mameli, sembra la suoneria della sveglia del mio obsoletissimo Nokia del 1999!
All’improvviso una voce familiare mi trilla nelle orecchie, è quella di mia moglie: “Davide, ti devi alzare, sono le 7.00!”
Morale della Favola: L’acqua bevetela a cena e non durante la notte!
O anche, come disse il  filosofo Marzullo: La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?

Visitatori

Ultimi Articoli

Ascolta il Testo dei Post

Speech by ReadSpeaker