Mattinata
fantastica, Primavera alle porte, belle persone, allegria e serenità. Non
scriverò molto questa volta, ho già parlato varie volte di questa tappa della
Gamba d'Oro, non posso che confermare che è una delle Top, i numeri parlano
chiaro, quasi 800 partecipanti con altre 2 corse nel giro di 20 Km. Penso sia
anche diventata la decana. Voglio però dedicare poche righe al finale di questa
gara, che spero non verrà cambiato mai, quello che ormai ho battezzato come il
Mezzo Giro del Pratone, 700 metri di sofferenza pura su un tracciato a forma di
punto interrogativo rovesciato. Quasi a suggerire che in quei pochi minuti sei
tu, podista ormai allo stremo, a farti delle domande sul perché del tuo
faticare e che la risposta non è quella scontata. Mi viene qui fin troppo
facile andare con una breve poesia, sperando che il Sommo non si rivolti nella
tomba.
Agogna,
Gogna e Agonìa
In sul finale a
Fontaneto, dell'Agogna mi ritrovai a varcar il greto,
e in un sol breve
istante mi apparve quel pratone immenso.
La davanti puntini
colorati correvano in quell'infinito mezzo tondo,
e d'improvviso, a
vederli cosi lontani, mi sorprese tutta la stanchezza del mondo.
Non voleva finir mai
quel pratone maledetto e beffardo,
che avrei voluto
buttarmi a far eterna compagnia all'erba di campo.
Il sudore m’accecava
gli occhi, la stanchezza mi bruciava il corpo,
ma dovetti tener duro,
stringendo i denti e guardando innanzi.
E così anche stavolta,
stremato ma felice assai t’abbracciai, caro amico mio Traguardo!