Lunghezza percorso: 6,300 Km
Ma, saputo che c’è questa serale invernale a Cavaglio, decidiamo di ritornare sulla nostra decisione e di andarci.
Lo facciamo sopra tutto per curiosità, per cercare di capire cosa spinge qualche centinaio di persone, in un freddo venerdì sera d’inverno, a lasciare la propria cena iper-calorica, il telecomando, le pantofole e il divano, per lanciarsi in calzamaglia, guanti e berretto in questa specie di Palio con i podisti al posto dei cavalli.
E così eccoci qui e notiamo subito che gente ce n’è parecchia, considerando il contesto.
Si arriva quasi ai 300 iscritti e, a colpo d’occhio, le donne sono molto numerose.
La serata è perfetta, non fa troppo freddo, siamo sui + 5 gradi.
Il ritrovo e l’iscrizione vengono effettuate all’oratorio, al coperto, dentro un anziano teatro dell’inizio del secolo scorso, stile "Nuovo Cinema Paradiso", che sembra uscito dalla macchina del tempo.
Veramente bello e così…diverso!
Alle 20 in punto il mossiere dà lo start mediante countdown vocale.
Alle 20 in punto il mossiere dà lo start mediante countdown vocale.
La corsa si sviluppa su 2 giri di un percorso molto veloce, pianeggiante, su asfalto, e ben illuminato.
Sono corse in cui non ci sono calcoli, tattiche e prudenze, si butta dentro quello che si ha, finché se ne ha.
Sono le corse brevi, acido lattico e sofferenza allo stato puro.
Al primo passaggio, dopo 3,1 Km, la fatica comincia a incartarci anima e corpo, ma c’è una cosa che ci dà momentaneamente la carica: la mitica campana dell’ultimo giro, che rintocca beffarda e martellante.
Per qualche istante anche noi, poveri brocchi senza nè arte nè parte, ci sentiamo come Salah Ouyat, Matteo Raimondi, Elvio Vinzio e i Fratelli Guglielmetti, i veri cavalli di razza di queste corse.
Riusciamo a reagire e teniamo il passo degli scarsi compagni di avventura che ci rantolano vicino, sputando, come noi, un pò della loro anima sull'asfalto che scorre sotto le scarpe.
Nel meraviglioso silenzio della notte campagnola si odono ora solo respiri sempre più affannati, suono della nostra fatica, ormai al limite.
Ma il vecchio cinema ci aspetta, con la sua scorta di panettone, pandoro, biscotti, vin brulè e umanità varia, con il suo vociare di chiacchiere allegre e pulite.
Quindi soffriamo ancora un pò e ci arriviamo felici e contenti, dopo aver superato l’ultima micro-salita che, fatta con le gambe ormai di legno massello, sembrava il Mortirolo.
E anche oggi abbiamo aggiunto qualcosa alla nostra ricerca del perché si corre.
Qualcuno lo ha già scritto in un libro famoso: correre è bello! e, aggiungiamo noi, è molto divertente!
Avete mai notato che i bambini corrono sempre? se lo fanno loro che sono dei puri…
Comunque, al di là del nostro travagliato percorso filosofico, tanti complimenti agli organizzatori di Cavaglio e agli ideatori di questo circuito “Paese in Corsa” per queste belle e pittoresche serate che ci regalano in occasione delle ormai prossime festività natalizie.
Davide Donà