Dall'ultimo articolo ho corso una paio di Gamba d'Oro, a Prato Sesia e la serale di Serravalle. Partecipai già l'anno passato, trovate gli articoli qui.
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Il nostro Eroe "lanciato" alla conquista del 63esimo posto... |
Ma veniamo alla "Corsa della Coop" di Borgosesia". Da quando mi sono messo a fare “il podista” ho sempre
corso questa "classica" di fine estate. Motivo principale la
vicinanza a casa, ma anche il percorso non è male, se si trascura la location agghiacciante della partenza/arrivo: ne ho già ampiamente
raccontato in articoli precedenti. Voglio però qui usare questa corsa un pò
come metafora della mia "carriera". Infatti oggi ho capito una volta
in più quanto conti la testa in questo sport…anche se comunque le gambe contano
sempre di più. Ma partiamo dall'inizio. Come ogni quarantenne avanzato che si
mette a correre dopo anni di vita sedentaria, ho cullato anch'io l'illusione
dell'agonismo e la chimera del risultato…la competizione è un istinto
primordiale e quindi per almeno 2 anni abbondanti ci ho provato. Niente di
eccessivo, credo di non aver mai esagerato, però ho avuto periodi nei quali mi
sono allenato e alimentato con metodo. Devo però dire che non ho mai fatto più
di 3 allenamenti a settimana, comprese le gare, e non ho mai rinunciato a certe
godurie eno-gastronomiche…e di altro tipo. Quindi credo di non essere mai arrivato
all'ottimizzazione delle prestazioni: mi sarei dovuto allenare di più, avrei
dovuto perdere più peso e avrei forse dovuto usare di meno un altro muscolo... Ma, tutto considerato, non ho rimpianti. Forse avrei potuto limare qualche secondo
di media al Km, ma non avrebbe comunque spostato la mia caratura di podista
mediocre. Ma va bene così, lottare, far fatica, sognare il traguardo come
liberazione, sono sensazioni che mi sono servite e che mi rimarranno
"installate" per affrontare meglio anche altre questioni. Nel corso
dell'ultimo anno però qualcosa è cambiato. Mi piace sempre correre, anzi a
esser sinceri mi piace la comodità del correre come metodo per avere un fisico
decente, ma far tutta quella fatica per dare sempre il meglio non mi piace più
come prima. Ogni tanto ci provo ancora, anche ieri avevo questa intenzione. Ma
la testa mi frena, mi dice di non esagerare, che va bene lo stesso, anzi va
meglio. Me ne sono accorto, nella seconda metà della corsa, quella
pianeggiante. Finita la discesa e ritornati sul piano mi sentivo benissimo,
"ne avevo". Ho fatto un buon ritmo per circa 1 Km: un gruppo davanti
a me, che mi aveva staccato in salita,
si avvicinava, era a una cinquantina di metri. Poi però la testa ha cominciato
a dirmi che si, quelli davanti li avrei presi, ma a quale prezzo in termini di
fatica? e cosa sarebbe rimasto di ciò ai posteri? e allora ho mollato il passo
e sono andato al traguardo senza esagerare. Ho una certa età, e sportivamente
parlando è molto avanzata, quindi se ogni cosa ha il suo tempo, Big Ben ha
detto Stop…e se avete sentito dire quest'ultima frase guardando la TV in bianco
e nero e senza telecomando, forse anche per voi è finito il tempo delle
"battaglie" sportive. Correte in pace e vi divertirete di più. Amen.
P.S.
Queste riflessioni non vogliono "moralizzare", sono per riderci un pò sopra e sono strettamente personali: se voi, lettori, 40/50/60enni e oltre volete
sputare sangue e lacrime di sudore sulle strade del podismo di provincia, avete
la mia comprensione e benedizione, ci sono passato anch'io e sto cercando di
smettere.
Davide Donà
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