28 luglio 2013

2013 28 Lug - DOCCIO - FEJ (Quarona-VC)

Data: 28/07/2013
Lunghezza percorso: 4,4 Km

DAL NOSTRO INVIATO GIANLUCA CESCA LA CRONACA DI QUESTA CLASSICA!
Quale il miglior inizio a un commento a questa “Camminata”? 
Quale il migliore inizio che non disdegni le esposizioni fatte dal presidente (autoincoronatosi) della SanBrocchese delle altre competizioni? 
Quale? 
Sono giorni che cerco un aggettivo o un verbo brillanti che possano definire la Doccio-Fej, ma mi sono venute nella mente solo delle banalissime “Classica”, “Ripida”, “Festosa”e “Accaldata”…
Ebbene sì, la “Doccio-Fej” è una gara che racchiude tutti questi ultimi aggettivi (e se vogliamo) anche alcuni altri. 
Classica perché è da parecchi anni che si svolge. 
Ripida perché anche al più grande dei podisti i primi 2 tornanti della strada che porta al traguardo fanno tremare le ginocchia. 
Festosa perché l’organizzazione e il clima paesano della cornice festaiola nella quale è inserita la gara, rendono allegra la giornata stessa. 
Accaldata perché si svolge la domenica statisticamente più calda di tutto l’anno in Valsesia. 
Quest’anno poi, l'anticiclone di nome Caronte ci ha dato anche un bell’aiuto nel fare salire oltre media la temperatura esterna percepita.
Veniamo alla gara.
Squadrone della G.S.A. Valsesia schierato con quasi tutti gli elementi migliori, capitanati da un inossidabile Carluccio Chiara attorniato da nuove e già note leve del podismo Valsesiano di ottimo livello. 
La squadra attendeva la partenza all’ombra di una casa, come i felini nascosti tra i cespugli nella savana attendono le prede.
Ore 9:00 circa partenza. 
Giro turistico di lancio nella frazione Doccio la quale, anche dopo anni di piani regolatori devastanti, è stata abbastanza tutelata sul punto di vista dell’urbanizzazione nel suo territorio abitativo centrale (non altrettanto posso dire della parte oltre la sponda destra – ma queste sono divagazioni extrapodistiche diversamente interessanti-). 
I più bravi nel primo kilometro abbondante di piano, hanno accelerato più che potevano per arrivare sotto la salita con qualche metro di vantaggio sull’avversario, altri si sono trattenuti per dare il meglio nella salita. Personalmente negli anni trascorsi ho provato le due tecniche con risultati completamenti identici: fallimento semitotale! 
Però, dal basso della mia esperienza, posso suggerire che la prima scelta (partenza veloce) è quella adottata dai migliori.
Come detto dopo le tour du Docciò (per dirla alla Loropiana), iniziano i 2,8 kilometri di salita con i 5 o 6 tornanti che conducono al traguardo. 
Il primo tratto è un assaggio già di quelli  che fa ben capire di che pendenza è la salita ed il primo tornante ne fa assaporare fino in fondo il gusto. 
Segue un lungo tratto di salita accettabile a tratti abbastanza pianeggianti fino all’ultima casa alta di Doccio: da lì in poi, miei cari podisti per caso (o non), la strada si erge. 
Ma si erge come quasi un muro fino al tornante più duro (che ho soprannominato il tornante della termiculite – per spiegazioni contattare il presidente della Sanbrocchese), che nemmeno il Chiappucci dei tempi migliori affronterebbe seduto! 
Un lungo tratto di salita curvosa porta al tornante successivo quello del ristoro e in questo punto siamo circa a metà dell’opera. 
La salita ora è meno insidiosa ma, c’è un altro fattore che entra in gioco ora: il caldo! 
Infatti, da questo punto, l’ombreggiatura degli alberi del primo tratto di strada abbandona i corridori e i camminatori e lascia spazio al bel sole caldo di luglio che ci asciuga la bocca e ci fa aumentare di 5 o 10 battiti al minuto la soglia cardiaca. 
I più bravi in questo tratto accelerano, chi ha dato troppo in precedenza cammina, chi continua allo stesso passo pensando “chi me l’ha fatto fare a essere qui in quel momento, con tutte le altre cose che si potevano fare alle 9:15 circa di una domenica mattina di fine luglio (compreso l’ascolto dei dischi più belli di Gepy&Gepy)".
Ma la strada è ancora lunga (e pensare ad alcune stupidate aiuta). 
Ancora un tornantone e una lunga curva (sempre in salita ma poco più leggera) che porta all’ultima curva a sinistra. 
Siamo al Fej e le prime case lo dimostrano. 
Poche centinaia di metri e siamo arrivati. 
Le case aumentano e la pendenza diminuisce tanto che le gambe sembrano essere più corte (o più lunghe, quella sensazione di post trauma da salita tanto per capirci). 
Ultimo strappo in falsopiano ed ecco il banchetto dell’arrivo che aspetta i corridori. 
Ci siamo! Fermiamo il cronometro! Guardiamo il tempo! Prendiamo Fiato! Prendiamo il Gadget! Assumiamo liquidi e commentiamo la gara con chi ci ha preceduto ed è lì che capiamo di che pasta siamo fatti, se di Semolino o di Manitoba!
Termina così la bella gara di Doccio, con la discesa a salutare i podisti e non (improvvisati o no per l’occasione) ancora alle prese con la salita.
A seguire ricchi premi ai vincitori e altri premi abbondanti a sorteggio ai partecipanti. 
Complimenti a tutti organizzatori, camminatori e podisti.
Per quanto mi riguarda, dopo 3 anni abbondanti d’inattività semipassiva, la mia gara è stata come quelle passate ed è paragonabile all’attuale ritorno alla canzone di Alan Sorrenti: un piacevole insuccesso.
Gianluca Cesca
Click per il remake di Figli delle Stelle
P.S.
Per la cronaca i felini nascosti nella savana sono stati sbranati dal Gattone Claudio Guglielmetti, praticamente imbattibile quando le temperature superano i 30 gradi, podista che potrebbe benissimo gareggiare con successo anche in un altoforno, sulle ondulazioni del diagramma ferro-carbonio.

13 luglio 2013

IL TEST DEI 7 MINUTI

Magari anche i “GambaDOristi” di poche pretese, a un certo punto della loro onorata carriera, vorrebbero migliorare un pò le loro scarse prestazioni, per risalire qualche posizione in classifica.
Comprando libri e/o riviste specializzate, e consultando i più qualificati siti internet, troveranno le tabelle di allenamento più adatte al loro obiettivo.
Grosso modo in tutte queste tabelle si parla di “lento”, “medio” e “ripetute”.
Il problema però è sapere a che andatura correrle, per renderle davvero allenanti e migliorative.
Infatti, se si fanno troppo piano non si innescano i meccanismi fisiologici che fanno migliorare, mentre se si eseguono troppo forte si rischia di andare poi in difficoltà di recupero o, peggio, di incappare in infortuni.
Questo si traduce, in buona sostanza, nella conoscenza del proprio Passo di Soglia ANaerobica (PSAN).
Semplificando, è in pratica la massima andatura che riuscite a tenere costantemente per 10 Km in pianura senza “scoppiare”.
È questo il parametro da stimolare per migliorare, e bisogna tarare gli allenamenti su esso.
Non è così facile da individuare: una bella gara piatta tirata di 10 Km su asfalto, o in pista, sarebbero l’ideale per testare il PSAN, ma sono situazioni non sempre alla portata, come pure non lo è il test di Conconi, che è lo strumento più preciso per la determinazione di questo importante parametro.
Un più semplice test per determinare la PSAN, ma comunque attendibile, è il test dei 7 minuti, da svolgersi così:

1) Effettuare un riscaldamento di circa 20 minuti ad andatura lenta in progressione, con qualche allungo;

2) Dopodiché correre per 7 minuti - possibilmente su una pista di atletica, o comunque in piano - al massimo delle proprie possibilità, cercando di mantenere un ritmo regolare.

3) Allo scadere dei 7 minuti rilevare la distanza percorsa in metri.

Il ritmo tenuto nei 7 minuti del test (che naturalmente sarà più veloce della soglia anaerobica, poiché il tempo è breve) dovrà essere incrementato per rapportarlo alla distanza dei 10 Km, come mostrato nella tabella, nella quale potrete individuare il vostro PSAN in corrispondenza della riga che più si avvicina alla distanza che avete percorso.

Supponiamo che la vostra prestazione sui 7 minuti sia stata pari a 1425 metri (1,425 Km): il vostro PSAN sarà allora, con buona approssimazione, intorno ai 5.10 min/Km
(ovvero al momento la vostra prestazione sui 10 Km si può ipotizzare sui 51 minuti e 40 secondi).
Individuato il vostro PSAN, gestirete i ritmi di allenamento su esso, ovvero, in linea di massima, dovrete correre il lento a 50-60 secondi in più del PSAN (6.00-6.10), il medio a 20-25 secondi in più (5.30-5.35) e le ripetute intorno al PSAN, o anche più veloci se brevi.

È probabile che i ritmi che escono dal test vi spaventino, ma, d’altronde, senza far fatica non si migliora.

Il nostro personale consiglio è quello di dedicare una settimana al test, ovvero farlo 3 volte, per avere dei riscontri più affidabili: può darsi infatti che la prima volta si vada troppo piano, la seconda magari si parte troppo “sparati”, beh, con il terzo tentativo vedrete che sarete ben tarati sul ritmo critico.


Questo argomento, insieme a molti altri, è trattato in modo più approfondito nel nostro libro gratuito di grande insuccesso Correre For Dummies.

7 luglio 2013

2013 07 Lug - Cavaglia - Breia (VC): "Corri con Me"






















Quest’oggi, su invito del collega e amico Gianluca, partecipo a una corsa a staffetta di 3 x 1 Km, a coppie miste.
Si svolge in località Cavaglia, frazione di Breia(VC).
Sono molto onorato dell’invito ricevuto e felice di essere presente.
Per spiegare meglio come si inquadra questa manifestazione sportiva, riporto le parole dell’associazione PasSePORTout, la quale, insieme alla Pro Loco Tre Cavaglie, ne ha curato l’organizzazione:

«L'A.S.D. PasSePORTout segue gli ideali di “ Special Olimpics”, un programma di allenamento sportivo e competizioni atletiche per persone, ragazzi ed adulti, con disabilità intellettiva.
Nel mondo sono oltre 170 i paesi che adottano il programma Special Olympics.
Il giuramento dell'Atleta Special Olympics è: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze.
La missione di questo Movimento è di promuovere gli allenamenti e la pratica dello sport olimpico per individui con disabilità intellettive, dando loro continue opportunità di sviluppo fisico e psichico, facendo loro dimostrare coraggio, capacità, e creando sempre nuovi motivi per gioire insieme alle proprie famiglie, ai propri amici e a tutta la comunità».


Per chiudere voglio fare i miei complimenti a tutti i promotori e gli organizzatori, ringraziandoli per la bella e speciale mattinata, dalla quale andiamo a casa più ricchi, di buoni sentimenti in primis, ma anche di premi: addirittura medaglia lignea per tutti (alla nostra squadra un ottimo bronzo, bravissima la mia compagna di squadra Luana!), e corposo sacco di prodotti alimentari e gadget vari!
Uno strameritato Bravo anche a Renzo Mortarotti di Grignasco, fra i promotori, che ha prodotto artigianalmente e in maniera impeccabile le medaglie.
Talmente belle che già mi vien voglia di prendere in mano seghetto, lima e vernice e mettermi a farne qualcuna.
Ciao!
Davide Dona'

2 luglio 2013

2013 02 Lug - Grignasco (NO): "Memorial Bruno Pozzi"

Data: 02/07/2013
Lunghezza percorso: 7,6 Km
Grignasco (NO): Memorial Bruno Pozzi - Camminata Valsesiana 2013

Questa sera facciamo il bis d’obbligo a casa nostra, a Grignasco.
Va in scena la classica “Trofeo Memorial Maestro Bruno Pozzi - Camminata Valsesiana”, inclusa nel programma della Festa dell’Unità PD.
Maestro Bruno Pozzi: Chi era costui?
La corsa è intitolata alla memoria del Maestro Bruno Pozzi, Partigiano, Sindaco di Grignasco a cavallo degli anni 70-80 e “Leader Maximo” del Partito Comunista Grignaschese.
Personaggio d’altri tempi, uomo baffuto e tutto d’un pezzo, con capelli rigorosamente impomatati tirati all’indietro, fu il nostro professore di musica delle scuole medie.
Quando c’era lui in classe non volava una mosca, il fiato veniva usato solo per soffiare nel flauto.
Aveva quella serietà e autorità giuste e necessarie per fare il Sindaco, qualità che purtroppo a Grignasco sono mancate a tutti quelli venuti dopo di lui e ne stiamo letteralmente pagando ancora adesso le conseguenze.
Ma questa è un’altra (amara) storia e mi voglio fermare qui.
La Festa dell’Unità di Grignasco
La Festa dell’Unità di Grignasco è una delle ultime rimaste in zona e gode di ottima e crescente salute grazie a un fantastico gruppo di volontari che ci lavorano con passione e impegno: tanto di cappello.
Il Parco Vinzio
La cucina è ottima, il servizio è veloce e la sagra del pesce che si terrà venerdì a pranzo e cena ha ben poco da invidiare ai ristoranti per quanto riguarda il livello della proposta culinaria.
Posso poi dare la mia parola d’onore che in questa festa (post) comunista i bambini non vengono mangiati: è successo solo una volta che hanno tentato di farne uno arrosto alla griglia, ma una telefonata di Fidel Castro in persona ha posto il veto alle operazioni.

La corsa e il percorso
Nella mia precedente vita di super sedentario ho sempre guardato a questa corsa come a un’impresa impossibile: luglio, afa, caldo, salita, correre, fiatone, chilometri, fatica, sudore, polvere: queste parole mi scorrevano minacciose in testa pensando al “Bruno Pozzi”.
Però sotto sotto ho sempre desiderato provarci, così quest’anno eccomi qui, con quelle parole sempre in testa, ma che ora mi fanno meno paura.
Il Grande Francesco Guglielmetti
Il numero dei partecipanti non è altissimo (circa 200) ma sono presenti dei podisti fortissimi, del presente e del passato.
Click per Google Maps
(Il Podio finale sarà Ouyat-Pezzana-F.Guglielmetti nell’ordine, praticamente Mei-Cova-Antibo de noaltri!)
Serata calda ma non troppo, per essere a luglio siamo fortunati, si respira bene e il cielo coperto minaccia pioggia.
Il percorso si snoda per le frazioni medio-alte di Grignasco, alle pendici meridionali del Monte Fenera, e, a mio avviso, è molto ben equilibrato.
Si parte puntuali alle 20.15 dopo il baby-giro, dove noto un buon numero di ragazzini e genitori ad accompagnarli.
Si inizia con 1 Km scarso di sterrato-asfalto pianeggiante, per andare poi a prendere la salita di Via dei Partigiani, praticamente la Beverly Hills di Grignasco, ville lussuose e bella vista sul paese.
Frazione Carola
È un’ ascesa di circa 1.2 Km con ultimo tratto nei boschi.
Le pendenze sono a sprazzi impegnative, ma nel complesso è corribile e piacevole da fare: salita più da passista che da scalatore.
Il tratto boschivo di circa mezzo chilometro valica la collina Varina, dove abbiamo passato tanti pomeriggi per funghi e castagne quando eravamo “bocia”.
Si sbuca poi di nuovo su asfalto in frazione Sella, dove è sita la Casa di Riposo, e si comincia la discesa di un paio di Km che, attraversando le frazioni di Carola, Pianaccia e Casa Negri, porta nella patria della SanBrocchese, la frazione San(B)Rocco, dove si può ammirare la famosa omonima “cattedrale”.
Frazione Garodino
In questi paraggi si imbocca il secondo tratto boschivo, ancora di circa 500 metri, che conduce alle frazioni Arvostio e Garodino, da dove, tagliando per la zona industriale, ci si immette sullo “stradone” della Valsesia da percorrere per un breve tratto fino a un altro luogo cult di Grignasco, la Birreria.
Qui comincia a cadere una debole e provvidenziale pioggerella, che sortisce 2 effetti positivi:
1 – Rinfresca i corridori, a questo punto già ben cotti e a rischio evaporazione.
Via dei Partigiani
2 – Limita un pò il polverone dell’ultimo Km, uno sterrato stile Far West, dove mancano giusto Clint Eastwood che ci spara nel sedere e i serpenti a sonagli ad azzannarci le caviglie.
La nostra corsa
San (B)Rocco
Per onorare e nel contempo esorcizzare lo spirito della corsa io e Il Riga ci presentiamo in completa tenuta Rossa, sperando che magari venga dato un premio al “podista più comunista”.
Giovanni invece preferisce rimanere bipartisan e si presenta in rosso-nero (anche perché dichiara di non avere altri vestiti disponibili).
In più, essendo io dotato di capigliatura ancora sufficientemente folta, rendo omaggio al Maestro Pozzi sfoggiando un’acconciatura con gel effetto liscio bagnato, cosa che purtroppo i miei amici non possono fare considerando la loro carenza capellifera.
Frazione Casa Negri
Immagino che a questo punto dell’articolo i miei 3-4 tifosi, tra i quali mia madre (che prima della corsa mi ha detto «stai attento a non sudare»), mia moglie e i miei figli, vogliano, giustamente, sapere come me la sono cavata.
Confesso che, conoscendo il percorso, mi era anche venuta la tentazione di disseminarlo di trappole, false indicazioni e ristoro con purga istantanea.
Ho addirittura pensato di imboscare qualche massiccia dose di EPO da assumere al volo, il tutto per guadagnare posizioni, ma poi non ne ho avuto il coraggio.
Ho fatto quel che potevo, ho corso bene per il mio standard e ho sofferto veramente “solo” negli ultimi 2 Km, riuscendo tuttavia ancora ad aumentare l’andatura.
Questa volta mi sono piaciuto dai, chiudo sotto i 35 minuti a 4.32 di media, di più, francamente, è difficile per me.
Il finale di serata
Ci fermiamo a cena con amici, famiglie e conoscenti vari, apprezziamo il baccalà e altre specialità, e siamo serviti da un cameriere bravissimo e molto gentile.
Era qualche anno che non cenavo più qui, da quando mi si è spenta un pò la passione politica e soprattutto da quando mia moglie mi ha fatto capire, pur senza dirmelo, che si era rotta di venirci.
Noto grandi progressi: pannelli per migliorare l’acustica, palco interno per gli spettacoli, servizi igienici, e soprattutto zanzare e mosche ridotte ai minimi termini.
Il giudizio
Una bella podistica, ottimo il percorso e il luogo del ritrovo, dove con soli 2 euro aggiuntivi ti davano un bel piatto di pasta al ragù.
Organizzazione ben supportata da Atletica Valsesia alla quale facciamo i nostri complimenti.
Tracciato ben segnalato e presidiato a ogni bivio.
Tuttavia, con qualche accorgimento in più, che vado a elencare, si potrebbero avere almeno il doppio dei partecipanti (sempre però che interessi averli).
1 – La corsa va pubblicizzata meglio e soprattutto ci devono credere gli organizzatori.
Infatti sul volantino ufficiale della festa non era nemmeno citata fra gli eventi importanti e nessun manifestino era affisso in paese, a parte qualche fotocopia sbiadita nei bar.
Non citata nemmeno sui siti web, a parte il nostro, ma qui lo abbiamo fatto senza che nessuno ce lo chiedesse.
Viene quasi da domandarsi: la vogliono tenere nascosta, o fa parte del tipico atteggiamento auto-lesionista del PD?
2 – Con un bel gonfiabile arrivo-partenza e uno speaker per annunciarle ci sarebbe un bel salto di qualità.
L’impianto sonoro super-amplificato è già presente in loco, ci suonano le orchestre tutte le sere!
3 – Due podistiche in 10 giorni nello stesso posto non invogliano a tornare.
Andrebbe spostata la data della tappa grignaschese della Gamba d’Oro
4 – Una medaglietta ricordo, anche in legno, sarebbe un giusto riconoscimento per tutti, in primis per i bambini.
È mio parere che la fatica vada sempre gratificata, tutti ne fanno, anche chi arriva dietro.

Compagni e Compagne, un saluto e un arrivederci all’anno prossimo dalla Festa dell’Unità di Grignasco!

IL FOTOROMANZO

P.S.
Per qualche settimana mi dedicherò  un pò al ciclismo con la mia amata bici da corsa vintage anni ‘90
Me lo chiedono le mie stanche gambe e poi devo risolvere una leggera, ma fastidiosa pubalgia che mi da noia da qualche tempo.
La mia "Gloriosa" Bianchi-Campagnolo del 1995
Quindi, probabilmente, niente corse, ma magari scriverò lo stesso qualcosa sul blog, a seconda dell’ispirazione e del tempo a disposizione.
Se vi va, rimanete in ascolto!

Ciao e a Presto! 
Davide Dona'

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