Dopo 3 anni di assenza forzata torniamo a
percorrere le caratteristiche strade dei Paesi in Corsa. Abbiamo partecipato
alle tappe di Barengo e Gozzano, già fatte negli anni passati, mentre quella di
questa sera a Vaprio d'Agogna rappresenta per noi un inedito. Non posso che
confermare quanto scrivemmo in passato su questa manifestazione: bella e
suggestiva in ogni sua tappa, strana e particolare, un po’ da
"matti". Aggiungo anche non semplicissima da organizzare. Si corre
infatti su strade asfaltate in circuito cittadino, quindi ci vogliono parecchie
persone a regolare gli incroci e a segnalare. Da fuori sembrano banalità, ma
non è così. Sui motivi che portano qualche centinaio di persone a uscir di
casa, in una notte di dicembre, per andare a fare una gara tra le campagne
della bassa novarese permane il mistero: in questo momento della mia vita fare
queste cose mi piace e basta, mi fa sentire vivo e sono felice di aver
incontrato questo mondo colorato sul mio cammino.
Ritrovo presso la Pro Vaprio.
Ciò considerato parcheggio nei pressi del cimitero: è vicino e mi piace
parcheggiare presso i cimiteri, sarò un po’ strano (altrimenti non correrei le
notturne invernali) ma sono luoghi che mi infondono tranquillità. Quattro passi
ed eccoci nel "centro" di Vaprio. La location Pro Vaprio è piccola,
ma calda e accogliente, comoda anche per cambiarsi, un tipico locale
associativo in stile anni 60-70, molto vintage, ma che offre quel senso di
buone cose del passato. Come sempre è bello trovare gli amici, con i quali
scambiare qualche piacevole chiacchiera, solitamente incentrata su dolori vari
alle ginocchia, caviglie, tendini, schiena e così via.
Ma eccoci al via, ad
attenderci la nostra “bella” mezz'ora di
sofferenza. Già, perché qui è risaputo che è tutta pianura, è tutto asfalto,
sono "solo" 6 Km, la temperatura è perfetta (+6): quindi tutti
partono sparati, me compreso, e come al solito, dopo un paio di Km nei quali, come sempre, mi dico "però, come sto bene
stasera, non faccio neanche fatica", la fatica invece comincia a salire insieme
alla consapevolezza che il secondo dei 2 giri previsti sarà eterno. Date le
dimensioni non metropolitane del paese, per fare un giro di 3 Km si deve fare
anche una vera e propria scampagnata, nel senso proprio che bisogna allungare
il tracciato per i campi circostanti. Tale variante campagnola ci porta a
percorrere un rettilineo piuttosto lungo praticamente al buio pesto…un habitat
tipico da serial killer, angosciante ma al tempo stesso affascinante. In questo
tratto, durante l'ultimo giro mi sento veramente un matto…mi chiedo cosa ci
faccio qui, alla mia età, nella notte, a correre nell’oscurità, in un posto
ignoto, solo come un cane smarrito (e senza microchip), con le gambe che
bruciano, il fiatone e nessuna speranza di gloria: non ho risposte sensate da
darmi, ma mi concentro su 2 piccoli obiettivi a brevissimo termine per i quali
vale la pena continuare piuttosto che disperdersi come concime nei campi: 1)
Respingere gli insistenti attacchi di un runner alle mie spalle che mi ha già
staccato un paio di volte e che poi ho ripreso 2) Tenere invariato il distacco
da quello davanti, una trentina di metri che durano da 5 Km. Mi piace come
corre questo runner che ho davanti, ha un bello stile e un'andatura niente
male, quindi mi dico che se vado come lui non è male neanche per me. Ritornati
nel centro abitato non ho certezza di quanto manchi alla fine, potrebbero
essere 500 metri oppure 1 Km. Ho fatto però qualche allenamento decente negli
ultimi tempi, quindi provo l’azzardo, mi gioco il 2 in schedina e “allungo” il passo, voglio
provare a mettere in pratica la teoria.
In effetti mancava ben più di 1 Km, ma
le gambe giravano benino e sono pure riuscito a sopravanzare il podista che
avevo davanti, oltre che a resistere a quello che mi inseguiva. Finita la corsa
mi siedo su una gelida panca in pietra nei pressi dell'arrivo, a godermi per
una decina di minuti il fresco della notte…e dire che da piccoli ci dicevano di
non sudare, di coprirci, etc…e io sono qui sudato fradicio e mezzo nudo al
freddo d’inverno: o ci raccontavano balle oppure è proprio vero che correre
fortifica corpo e spirito. Aspetto l’arrivo della mia tosta consorte e via a
farci i nostri classici 2/3 vin-brulè accompagnati da una bella fetta di
panettone. Bella serata, e davvero un grazie di cuore agli organizzatori di
questi eventi, compreso il simpatico e bravo fotografo Gabriele Tacca, autore delle foto di questo articolo.
Davide
Donà